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Fontana alle Cae de Sora |
Fontana di Cantrun |
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Lavatoio |
Pozzo alle Cae de Sora |
La Vallarsa è una valle con
sorgenti piccole, di portata incostante e distribuite solo in alcune zone. Per
Staineri l’acqua è stata sempre un problema sia per l’agricoltura che per gli
usi domestici. Attorno al paese non
esistono sorgenti degne di questo nome e nel passato si è cercato di risolvere
il problema raccogliendo l’acqua piovana dai tetti e immagazzinandola nei
pozzi. Uno di questi pozzi resiste ancora alle Cae de Sora; riporta la data del
1887 ma non è possibile capire se è la data di costruzione o di un rifacimento successivo. Attualmente è
in disuso, vuoto, ma da bambino ricordo che c’era un tubo che vi convogliava l’acqua
delle grondaie della casa vicina.
Nel 1913-14 venne realizzato
il primo acquedotto della valle, quello delle “Sette Fontane”, a servizio delle
frazioni sulla sponda destra. A causa della Grande Guerra solo nel 1924 si
iniziò a progettare un acquedotto per la sponda sinistra. L’opera prevedeva la
raccolta dell’acqua delle sorgenti del “Segno bianco” e della “Valle del
Cherle” poste ai piedi del Gruppo del Carega sopra l’abitato di Ometto. Furono
fatte le analisi chimiche, organolettiche e batteriologiche che ne accertarono
la purezza. Per la sorgente del Cherle venne misurata una portata che nei
periodi di magra non scendeva mai sotto i 6 litri al minuto. Il 21.11.1924
vennero aggiudicati i lavori alla ditta Morin Geremia Impresa Costruzioni
edili, stradali e idrauliche Vallarsa. La cooperativa “Cherle e Compagni” e
Morin Geremia, assegnatario dell’appalto, eseguirono i lavori in tre lotti:
dalla sorgente del Segno bianco ad Ometto, da Ometto alle Aste, e dalle Aste ad
Albaredo. I lavori furono conclusi il 06/05/1926 ed il collaudo ebbe luogo nei
giorni 6-7 novembre 1928. La Regia Sotto Prefettura di Rovereto concesse
l’autorizzazione ad intitolare l’opera al Re Vittorio Emanuele III. A seguito
dell’entrata in esercizio dell’acquedotto nei paesi furono realizzate le
fontane alle quali la popolazione attingeva l’acqua con i secchi. Solo più
tardi l’acqua venne portata sui secchiai delle case con le tubazioni.
Bibliografia: Remo
Bussolon e Aldina Martini “La Vallarsa attraverso la storia” La Grafica Mori.