STAINERI

Storia

 

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MARANER

 

La Vallarsa è stata abitata fin dall’antichità. Tracce di antichi castellieri risalenti al IV e III secolo a. C. ed opera probabilmente dei Veneti sono state ritrovate nelle valli del Leno. L’occupazione del territorio da parte dei Romani ha inizio nel 37 a. C. con una spedizione militare contro i Reti. A questo periodo si fa risalire probabilmente la formazione di alcuni nuclei abitati i cui toponimi hanno una origine latina. (Camposilvano, Fontana, Nave, Corte, Casae, ecc.). Ad una colonizzazione di popolazione di origine tedesca verso il 1200 risale probabilmente la formazione di Staineri. Una forte migrazione di contadini (roncadori) e minatori tedeschi fu infatti favorita in tutto il Trentino Orientale dal Principe Vescovo Federico Vanga e dai feudatari della zona per disboscare e rendere il terreno coltivabile e per sfruttare le risorse minerarie. In un documento del 1225 si parla di “teutonicis et latinis” abitanti dei monti sopra Rovereto.In quell’anno Jacopino da Lizzana ricevette dal vescovo Gerardo di Cremona l’investitura della Pieve di Lizzana da cui dipendeva Rovereto e tutta la sponda sinistra della Vallarsa. La sponda destra dipendeva invece direttamente dal Vescovo. In un documento del 1234, Jacopino possedeva 12 masi sulla sponda destra della  Vallarsa più altri sulla sponda sinistra e aveva circa 40 tributari teutonici. . L’origine di questa popolazione è incerta: secondo alcune ipotesi arriverebbe dalla Baviera e dal Tirolo, secondo altre proverrebbe dall’ Altopiano di Asiago ( VII Comuni) o dai Lessini (XIII comuni) dove già esistevano insediamenti tedeschi. Il ricordo della colonizzazione tedesca è ben presente nella toponomastica di tutta la valle con centinaia di nomi di prati, boschi, campi e paesi. Gli antichi masi si sono trasformati nel tempo in paesi assumendo il nome dei proprietari. Spesso troviamo che i cognomi che corrispondono al nome del paese.

Staineri deriva dalla parola tedesca “Steiner” che significa “di pietra” e fino a circa un secolo fa esisteva in paese il cognome Steiner poi estinto verso la metà del 1800 (nei registri parrocchiali è citata ad esempio una Teresa Steiner, nata nel 1792, moglie di Giuseppe Maraner). Nella cartografia dell’Atlas Tyrolensis di Peter Anich (1723-1766) il paese figura con il nome Steineri. Successivamente il toponimo divenne Staineri perché in tedesco “Steiner” si pronuncia “Stainer”. Nella pronuncia dialettale di Vallarsa il nome diventa Stagneri.

 

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Attorno al 1600 Staineri probabilmente ospitava solo tre o quattro famiglie (fuochi). Nel  1782 le famiglie erano 13 con 73 “anime”, nel 1812 gli abitanti erano 70, 43 maschi e 27 femmine secondo il rilevamento dell’amministrazione comunale, nel 1889 salirono a 135 (“Guida del Trentino” del Brentari). Secondo questa fonte in quell’anno gli abitanti di tutto il comune erano 3.480,  ben 743 nella sola parrocchia di S. Anna. All’inizio del 1900  i residenti erano con 122 come risulta da un manifesto distribuito alla popolazione dagli amministratori in occasione del trasferimento della sede comunale da Parrocchia a Raossi ( vedi  documento ). Dalla Prima Guerra Mondiale in poi la popolazione cominciò a diminuire sempre più causa la forte emigrazione che diventò un vero e proprio abbandono negli anni ’50. Già nel 1971 gli abitanti di Staineri erano solo 30. Attualmente sono meno di 15.

 

Profughi a Mitterndorf

 

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Con l’inizio delle ostilità fra Italia e Impero Austro-ungarico la popolazione di Vallarsa si trovò in piena zona di guerra. Nel maggio 1916 alcune bombe caddero su Staineri e gli abitanti furono costretti a rifugiarsi nei paesi vicini. Alla fine del mese dal comando austriaco arrivò l’ordine di evacuare la valle. In ogni casa passarono i gendarmi ad impartire l’ordine: entro la sera dello stesso giorno ognuno deve raccogliere poche cose e prepararsi a partire. Appena si fece buio i profughi  si avviarono a piedi verso Rovereto sotto una fitta pioggia. Il giorno dopo arrivarono ad Aldeno, Nomi, Calliano dove rimasero fino ad ottobre quando furono trasferiti in treno, su carri merci, nel campo di Mitterndorf vicino a Vienna. La mortalità in questi campi fu altissima a causa di epidemie, polmoniti, tubercolosi, denutrizione.

I sopravvissuti ritornarono a casa nel gennaio 1919 trovando Staineri in gran parte distrutto.

Nella foto a Mitterndorf vediamo da sinistra verso destra: Costante, Cristiano, Carolina Maraner, Rosa Zendri, Dosolina, Francesco, Mario, Olimpia, Daniele Maraner.

 

 

Mappa catastale del 1860

 

 

 

Negli ultimi 150 anni non è cambiata molto la fisionomia del paese; gli edifici costruiti dopo il 1860 sono proprio pochi. Unica grande novità è la strada provinciale che ora attraversa l’abitato con una ampia curva e che fu realizzata probabilmente fra le due guerre. Dalle mappe catastali del 1860 è possibile notare come la viabilità fosse molto ramificata, strade strette, mulattiere che erano percorribili solo a piedi o con piccoli carri,  ma che collegavano fra di loro tutte le frazioni e davano accesso ai campi coltivati.

 

Emigrazione stagionale

 

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Molto diffusa nel Trentino era la migrazione stagionale dei contadini e boscaioli che integravano il reddito con dei lavori stagionali. Si spostavano per alcuni mesi in Tirolo, nel Voralberg per lavorare  come muratori o come  operai nella realizzazione di opere idrauliche (argini, briglie, ecc.) o per la costruzione di ferrovie (aizenponeri ). Nella prima foto vediamo alcuni di questi stagionali nel 1925 a Schladming. Il primo da sinistra in piedi è Fortunato Maraner, il terzo Cristano Maraner.

Molto intensa continuò l’emigrazione  nel secondo dopoguerra che interessò anche le donne, impiegate in Italia e all’estero come cameriere o domestiche. Nella seconda foto scattata in Svizzera nel 1953 vediamo da sinistra le sorelle Speranza e Rosalia  e Vittorio con le sorelle Oliva e Francesca Maraner. Ai lati due altri emigrati di Treviso.

 

 

La malga Bovetal

 

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In estate le vacche venivano mandate in malga per sfruttare i pascoli alpini e per alleggerire il lavoro dei contadini impegnati nella fienagione e nel lavoro dei campi. Staineri con le frazioni vicine mandava gli animali a malga Bovetal nella parte alta della Vallarsa, nella conca  sotto cima Baffelan.  Il latte veniva lavorato direttamente nella casara ed il formaggio poi distribuito fra i proprietari degli animali.

Le tre foto sono dei primi anni ’50. Nella prima  a sinistra si vedono : in prima fila da sinistra  1° Luciano Maraner, 2° Bruno Aste, 4° Rino Maraner, in seconda fila  da sinistra  1° Diego Arer da Matassone,  3° Olivo Maraner il casaro. Nella seconda foto si vedono Olivo Maraner e Bruno Aste che lavano le fascere e le bacinelle. Nella terza foto Olivo con lo stampo per il burro.

 

Il taglio del bosco

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Nella foto si vede la squadra di boscaioli di Staineri-S. Anna in occasione della ganzega del 1934-35.

Fin dal Medio Evo il commercio del legname da ardere è stata una attività economica importantissima per la valle. Il legname veniva fatto arrivare fino a Rovereto con la fluitazione sul torrente Leno. Dopo la grande alluvione del 1882 che provocò danni alla valle per 2.590 fiorini, questa pratica andò sparendo e grazie anche al potenziamento delle strade  il trasporto si spostò sui carri. Venivano vendute le parti più grosse della pianta (le bore e le stanghe) mentre le ramaglie erano utilizzate in casa per alimentare le stufe e in alcuni casi le “calchere”. Il taglio del bosco fu attività importante per quasi tutte le famiglie fino agli anni ’50.  Ma dal bosco si ottenevano anche altri prodotti come le foglie secche ( lo strame ) che venivano utilizzate per le lettiere per gli animali (el farlet ) o i cespugli verdi per alimentare i conigli [venzel de milisprozeni(Coronilla Emerus) o de frassene (Fraxinus ornus) ].

 

 

 

FRUTTI DI UNA VOLTA

 

RICORDI

 

Per ulteriori notizie sulla storia di Vallarsa puoi consultare i siti :

www.vallarsa.com

www.museovallarsa.it

 

 

 

 

 

 

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